lunedì 22 marzo 2010

Speleologia: 21 3 2010 lavori per la riapertura dell'ingresso della grotta della miniera

Grotta della Miniera 106 UPG (m. Penna, Rigali di Gualdo Tadino PG). Dopo faticosi scavi tra neve, foglie morte, fango, terra, sassi, massi, lingresso della galleria è nuovamente praticabile. Si ripercorre la miniera, gli oltre cento metri di un cunicolo ad altezza d'uomo, scavato in tempi lontani per cercare miseri filoni di minerali ferrosi, ovunque gli aculei di un'istrice che sembra averne preso possesso, sulle pareti i soliti Dolichopoda e Scoliopteryx, i cinque o sei pipistrelli che aspettano tempi migliori per tornare all'attività. Molto bagnate le gallerie, raramente qui c'è tanta acqua, si arriva allimbocco dei pozzi: un discreto fragore proviene dal buio, è dovuto al torrente che precipita nel pozzo, fu chiamato "dello Stroscio" proprio per questo, trentaquattro anni fa. Oggi sono qui gli antichi speleo, che sognarono allora quelle acque, le vie invisibili che percorrevano, che poi scesero, risalirono, oltrepassarono frane sospese, tentarono immani disostruzioni sul fondo. Oggi sono qui, la luce dei led che fruga inutilmente i primi metri, i sassi che rimbalzano e si perdono negl'interminabili cinquanta prima del fondo, i ragazzi che la Miniera non l'hanno ancora scesa, che possono sognare lo stesso nostro sogno di allora. Se la speleologia avesse bisogno di un manifesto, questo è il più bello. Alfredo, Giuseppe, Elettra, Renato, Vittorio, Enzo, Enrico, Giovanni (nove anni), Patrizia, Massimiliano.

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