venerdì 22 ottobre 2010

Trekking: Pakistan 2010

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Trekking in Pakistan 2010
Da Askole a Nagar attraverso i ghiacciai BIAFO e HISPAR
Biafo Glacier e Hispar Glacier sono contigui e formano insieme il ghiacciaio più lungo dell’Himalaya, circa 140 chilometri. Il punto di incontro è il passo Hispar La a 5150 metri. Ad est di esso il ghiacciaio si allarga in una grandissima spianata estesa circa 116 chilometri quadrati per circa 1500 metri di profondità. Questo “altopiano” di ghiaccio fu chiamato dai primi esploratori “Snow Lake”. Le valli che li contengono collegano, con orientamento da sud-est a nord-ovest, il Baltistan, in particolare la valle del Braldu (fiume che scende dal Baltoro – K2), e la valle di Hunza.
Difficile trovare compagni per uno dei trekking più impegnativi del Karakoram. Messaggi e ricerche online, ed eccoci, dopo numerosi forfait, appena in quattro, due italiani (noi), un californiano e uno scozzese di origine cinese. Ognuno dal proprio angolo di mondo, parte per Islamabad il 15 di luglio.
Un volo interno ci porta da Islamabad a Skardu, volando a fianco del Nanga Parbat e di tante altre cime che non riconosciamo ma che ci tengono incollati al finestrino.
Dopo aver preparato i sacchi personali, finalmente il 20 partiamo in jeep per Askole, percorso sterrato e accidentato che ci conduce dopo 7 ore all’ultimo centro abitato.
E’ fatto di case di blocchi di fango con tetti legno di salice e terra argillosa data dal fiume, sopra viene messo sterco di Yak e capra ad essiccare e da bruciare negli ambienti sotterranei dove si vive durante l’inverno. La popolazione è autosufficiente, coltivi di cereali e ortaggi, mucche di taglia piccola, capre, galline, caccia.
Il 21, dopo l’ingaggio dei portatori (esclusi molto incazzati) e il peso rigoroso dei carichi (25 kg a testa), si parte. Il ghiacciaio comincia quasi subito e durerà per altri 14 giorni. Ci accompagnano una guida pakistana e 16 portatori. Non abbiamo satellitare e passeremo 15 giorni in cammino, fuori dal mondo.
I primi sei giorni e gli ultimi quattro i campi sono all’asciutto, su radure di erba o detriti ai margini del ghiacciaio. In queste tappe il percorso giornaliero tipo inizia con l’attraversamento della morena laterale, un lungo tratto al centro del ghiacciaio e un secondo attraversamento della morena per raggiungere il campo successivo; ovviamente tutto senza sentiero, salvo i brevi tratti a secco, seguendo una infinita sequenza di ometti di pietra che aiutano ad aggirare i crepacci. Nelle tappe centrali, alle quote più alte, i campi sono su neve.
I ghiacciai sono fiancheggiati da cime granitiche a nord e da vette ghiacciate a sud, molte tra 6 e 7 mila metri e più, molti sono i ghiacciai laterali da attraversare. Le foto parlano da sole. Ma non dicono delle nostre forti emozioni, dello spirito di gruppo, della solidarietà, della semplicità di questi pakistani uomini di montagna che in scarpette di gomma, sorriso sulle labbra e 25 chili sulle spalle ci hanno accompagnato per mano in questo bellissimo percorso.
A causa della terribile alluvione, il ritorno a casa è stato difficile, incerto, tratti in trattore o sul tetto di pulmini seduti sui sacchi, stipati in un cargo militare… ma il più difficile era passato e il disastro che abbiamo lasciato ci fa quasi vergognare della nostra vacanza.
Torneremo presto a portare un po’ di denaro tra le montagne del Pakistan.

domenica 5 settembre 2010

Speleologia: Rilievo e descrizione della grotta del Diantene (Monte Cucco Appennino Umbro Marchigiano)


BUCA DEL DIANTENE 857 UPG



Monte Cucco; comune Costacciaro; quota s.l.m. m 1275; carta IGM 116 II SO Costacciaro, long. 0°18’00” Est, lat. 43°22’13” Nord; sviluppo spaziale m 73,5, sviluppo in pianta m 53,5, dislivello totale m 20 (+12 -8).



TOPONIMIA.

Diàntene: nome locale del diavolo. E’ stato proposto dagli esploratori.

Sifone temporaneo: tratto (punti 6 – 7 del rilievo) temporaneamente e completamente allagato (solitamente in autunno).

Ramo Caparucci: località in comune di Sassoferrato, residenza abituale della famiglia Carini.



STORIA.

Segnalata da Euro Puletti, la grotta era esplorata, per i pochi metri praticabili, dal GSGT il 04.06.1991 (Vittorio Carini, Fabio Ippoliti, Mara Loreti, Euro Puletti). La condotta, ostruita quasi completamente da terra e fango, era sottoposta a scavi dal GSGT per circa m 15 dall’ingresso nel primo anno (giugno-settembre 1991), poi fino a m 25 nella campagna scavi del 1992, per raggiungere m 31 dall’ingresso il 18.09.1993. Complessivamente sono stati impiegati 33 giorni di scavo con 164 presenze di 34 soci ed eventuali ospiti del GSGT, tra cui: Euro Puletti, Vittorio Carini, Celestino Petrelli, Massimo Passeri, Enzo Bozzi, Simone Graziosi, Mara Loreti, Andrea Micheletti, Maurizio Bazzucchi, Enrico Bazzucchi, Fabio Ippoliti, Sergio Garofoli, Barbara Barberini, Giuseppe Venarucci, Roberto Marcellini, Marzia Cecconi, Mirko Puletti, Francesco Fioriti, Danilo. Il rilievo è stato effettuato il 04.08.1994 da Vittorio Carini ed Euro Puletti e completato il 26.08.10 da Renato e Vittorio Carini. Il corretto posizionamento con strumentazione GPS è del 20.01.2008, a cura di Renato, Elettra, Vittorio Carini.



STORIA DELLE ESPLORAZIONI.

Dopo una breve ripresa degli scavi nel 2005 (Vittorio, Renato, Lucia, Elettra Carini e Franca Ruzziconi) nel 2010 si riparte dal fondo del tratto sifonante (asciutto in estate) superato con uno scavo di minimo impatto ed il 5 luglio 2010 si esplora il cunicolo ascendente successivo, denominato ramo Caparucci (Vittorio, Renato, Lucia, Elettra Carini ,Franca Ruzziconi, Marco Cipolla). Il 12 luglio Vittorio Carini (con Enrico e Giovanni Bazzucchi, Renato ed Elettra Carini, Franca Ruzziconi e Marco Cipolla) supera la frana sospesa e si ritrova alla base di un largo camino parzialmente percorribile. Mirko Berardi (con Vittorio e Renato Carini, Franca Ruzziconi, Euro Puletti) il 17.07.10 arrampica fino ad una prima finestra chiusa ed alla sommità, dove l’unica prosecuzione è una diaclasi invalicabile.



ACCESSO.

Da Sigillo (PG) si sale per il monte Cucco fino a Pian del Monte. Si continua a piedi fino alla Valcella, dove si devia sotto la strada per proseguire, per tracce di sentieri, fino alle balze situate sopra il prato del Cesone. Attraversato uno scosceso boschetto, si segue una larga cengia in salita per inoltrarsi infine tra gli arbusti di un ripiano dove si apre la grotta, di difficile reperimento.



DESCRIZIONE.

Una larga condotta discendente era ostruita fino a pochi metri dall’ingresso ed a pochi centimetri dal soffitto: scavato un cunicolo che la rende percorribile, a circa m 20 dall’imbocco, ormai a m –7 di profondità (punto 3 del rilievo), si prosegue in orizzontale per minuscole cupolette, da cui attraverso un diaframma di roccia si accede in una condotta ben presto tappata dal fango, tratto questo trovato sommerso da un metro d’acqua nell’ottobre 1993, forse un sifone temporaneo. Superatolo con scavi nel 2010, si prosegue per una condotta ascendente (ramo Caparucci) che chiude inesorabilmente dopo una quindicina di metri. Sulla sinistra una frana complica l’accesso ad un largo camino, che risalito completamente non rivela prosecuzioni. Tra i punti 16 e 17 del rilievo c’è una possibile continuazione bloccata da una frana di massi che incombe dall’alto. Si può anche tentare di proseguire lo scavo nel punto 3 del rilievo, seguendo la condotta principale.



AVVERTENZE.

Si sconsiglia di superare il sifone temporaneo al punto 7 del rilievo in caso di piogge. Si raccomanda la massima prudenza nell’affrontare la base del camino per la precaria stabilità della frana che incombe.



OSSERVAZIONI.

La grotta si sviluppa nel Calcare Massiccio. Nel corso degli scavi sono affiorati numerosi e sparsi reperti ossei, massimamente di tasso ma anche di camoscio ed altre specie da determinare. Buon popolamento della cavità da parte della fauna ipogea, soprattutto ditteri e tricotteri, stagionalmente da Scoliopteryx.



CLIMATOLOGIA.

Temperatura media annuale locale teorica (Tmed) 6,7° C. Temperatura rilevata il 29.06.10 tra i punti 3 e 4 del rilievo: 8,6°C (confermata il 26.08.10 presso il punto 11 del rilievo). In estate la grotta soffia verso l’esterno, come in un ingresso basso (correnti d’aria sensibili ma non eccessive si avvertono nella condotta ascendente dopo il sifone di fango).



BIBLIOGRAFIA.

PULETTI EURO (1998), “La speleonomastica nel Parco Regionale del Monte Cucco (PG) ”, in MORETTI GIOVANNI, MELELLI ALBERTO, BATINTI ANTONIO “Studi e ricerche sui nomi di luogo”, ed. Nuova Era, Perugia, pag. 225.

PULETTI EURO (1999), “Scoperte nuove grotte dagli speleologi gualdesi”, L’Eco del Serrasanta, Gualdo Tadino, anno XII n. 4, pag. 12.

(2006), “I misteri della Buca del Diàntene”, Il Corriere dell’Umbria, mercoledì 02 agosto 2006, anno XXIV n. 211, pag. 34.

PULETTI EURO (2010), “Buca di Diantène svelata. La grotta del diavolo al monte Cucco”, Il Corriere dell’Umbria, Perugia, giovedì 02 settembre 2010, anno XXVIII n. 242, p. 25.



Gruppo Speleologico Gualdo Tadino – anno 2010

mercoledì 19 maggio 2010

Scialpinismo: 9 maggio 2010 traversata Campo Imperatore Prati di Tivo passando dalla parete ovest del Corno Grande (Gran Sasso appennino centrale)



Traversata da Campo Imperatore a Prati di Tivo,una serie di cambi di programma durante la salita ci hanno portati ad attraversare la parete ovest del Corno grande fino alla sella dei due Corni,il traverso su neve ghiacciata è risultato molto esposto e difficile , reso ancora più complicato dagli sci sullo zaino, dalla sella la discesa nello stupendo vallone delle Cornacchie .Itinerario
da ripetere sicuramente ,ma puntando direttamente alla cima dalla direttissima,senza avventurarsi in improbabili percorsi alternativi.
Comunque la ritengo una uscita molto gratificante perchè per chi ama gli appennini il Gran Sasso è la Montagna.

giovedì 1 aprile 2010

Scialpinismo : La traccia GPS per la discesa della Virgola

Valle delle fonti forca viola 5° canale del monte Redentore


Map your trip with EveryTrail

Scialpinismo: 28 3 2010 discesa del 5° canalone del monte Redentore (virgola) . Appennino centrale monti Sibillini



Dal piano di Castelluccio di Norcia si risale la valle delle Fonti per poi salire a forca Viola ,da li si seguono le creste in bilico tra la valle del lago di Pilato e la piana di Castelluccio, arrivati alla cima dell'Osservatorio ci si trova alla sommita del 5° canalone del Redentore detto anche la Virgola per la partilorarità della sua forma,la partenza e veramente impressionate, la pendenza sfiora i 40 gradi e mano mano che si scende diminuisce di poco, la discesa non lascia distrazioni , solo verso la fine si riesce a riprendere un pò di fiato, su questo canalone l'emozioni sono assicurate l'importante e percorrerlo
solo quando la neve e ben assestata e trasformata.

lunedì 22 marzo 2010

Speleologia: 21 3 2010 lavori per la riapertura dell'ingresso della grotta della miniera

Grotta della Miniera 106 UPG (m. Penna, Rigali di Gualdo Tadino PG). Dopo faticosi scavi tra neve, foglie morte, fango, terra, sassi, massi, lingresso della galleria è nuovamente praticabile. Si ripercorre la miniera, gli oltre cento metri di un cunicolo ad altezza d'uomo, scavato in tempi lontani per cercare miseri filoni di minerali ferrosi, ovunque gli aculei di un'istrice che sembra averne preso possesso, sulle pareti i soliti Dolichopoda e Scoliopteryx, i cinque o sei pipistrelli che aspettano tempi migliori per tornare all'attività. Molto bagnate le gallerie, raramente qui c'è tanta acqua, si arriva allimbocco dei pozzi: un discreto fragore proviene dal buio, è dovuto al torrente che precipita nel pozzo, fu chiamato "dello Stroscio" proprio per questo, trentaquattro anni fa. Oggi sono qui gli antichi speleo, che sognarono allora quelle acque, le vie invisibili che percorrevano, che poi scesero, risalirono, oltrepassarono frane sospese, tentarono immani disostruzioni sul fondo. Oggi sono qui, la luce dei led che fruga inutilmente i primi metri, i sassi che rimbalzano e si perdono negl'interminabili cinquanta prima del fondo, i ragazzi che la Miniera non l'hanno ancora scesa, che possono sognare lo stesso nostro sogno di allora. Se la speleologia avesse bisogno di un manifesto, questo è il più bello. Alfredo, Giuseppe, Elettra, Renato, Vittorio, Enzo, Enrico, Giovanni (nove anni), Patrizia, Massimiliano.

martedì 16 marzo 2010

Scialpinismo:13 3 2010 Traversata in scialpinismo valsorda monte maggio Palazzo Mancinelli (appennino umbro marchigiano)



13 3 2010 Uscita nei monti sopra casa nostra ,le montagne di Gualdo Tadino, approfittando dell'abbondante nevicata partiamo da Valsorda 1008 mt e risaliamo verso la cima del monte Maggio, per poi traversare le tre principali cime della montagna ,la discesa su bellissima neve nel lungo versante nord fino alla sella di Valmare,e poi a valle per la strada forestale sciando fin quasi il paese di Palazzo Mancinelli. Bella giornata di sci in una zona inconsueta dove le condizioni ottimali bisogna coglierle al volo.